Sotto la calotta glaciale antartica si cela un continente di grande complessità geologica, ancora in gran parte inesplorato. Il 98% della superficie dell’Antartide è coperto da uno strato di ghiaccio che varia da 1 a 2 km di spessore, rendendo estremamente difficile l’acquisizione di dati dettagliati. Tuttavia, negli ultimi decenni, gli studi geologici hanno rivelato che l’Antartide è suddivisa in due distinte province geologiche: l’Antartide orientale e l’Antartide occidentale.

L’Antartide occidentale, che include la Penisola Antartica, è una regione geologicamente più giovane e presenta caratteristiche simili alla Cordigliera Patagonica. Al contrario, l’Antartide orientale, che copre una vasta area, è dominata da un antico scudo continentale, con rocce che risalgono a oltre 3 miliardi di anni fa. L’evoluzione geologica dell’Antartide è complessa e risale a circa 240 milioni di anni fa, quando il continente si unì ad altri territori formando il supercontinente Gondwana.

Negli ultimi anni, però, l’Antartide ha mostrato segnali preoccupanti per quanto riguarda il suo ghiaccio. Dal 2016, la superficie ghiacciata ha iniziato a ridursi, con una significativa diminuzione del volume di ghiaccio. Il tasso di perdita annuale è stato di circa 152 miliardi di tonnellate, una costante riduzione che preoccupa gli esperti, soprattutto considerando che la superficie ghiacciata aveva registrato un incremento fino al 2014. Questo fenomeno contribuisce significativamente all’innalzamento del livello del mare, mettendo a rischio gli ecosistemi costieri e le popolazioni umane in molte regioni del pianeta.

L’evoluzione geologica e la situazione attuale della calotta glaciale antartica pongono sfide enormi per la scienza, ma al contempo offrono un’importante opportunità per comprendere meglio il cambiamento climatico e le sue implicazioni globali.

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