Nel suo ultimo giorno da Segretario di Stato prima dell’udienza di nomina che si svolgerà al Senato nella giornata di domani, 15 gennaio, Antony Blinken ha fatto il punto sulla guerra in Medio Oriente in un periodo in cui, secondo i negoziatori del Qatar, un accordo sul cessate il fuoco dovrebbe essere “più vicino che mai”.
“Fin dall’inizio l’obiettivo primario dell’amministrazione Biden in Medio Oriente non era quello di ripetere l’errore commesso un anno fa nel tentativo di trasformare i suoi governi o le sue società, ma piuttosto di rafforzare i rapporti tra i partner statunitensi nella Regione – ha affermato Blinken -. Abbiamo guidato nuove coalizioni che riuniscono India, Israele, Emirati Arabi e Stati Uniti per affrontare sfide condivise e abbiamo annunciato l’innovativo corridoio economico che collega l’India e l’Europa meridionale e abbiamo lavorato con l’Onu per mediare una tregua nello Yemen. Inoltre abbiamo rafforzato il solido regime di sanzioni americano nei confronti dell’Iran, mantenendo l’impegno del presidente Biden”.

Nel corso dell’intervento Blinken è stato anche interrotto tre volte da alcuni manifestanti palestinesi presenti alla conferenza, che hanno accusato il Segretario di Stato uscente di aver facilitato il genocidio: “Sarai ricordato per sempre come Bloody Blinken”, ha urlato il primo manifestante prima di essere portato via dalla sicurezza. Gli altri due manifestanti hanno invece definito Blinken come un “brutale criminale di guerra”.
Dopo l’intervento della sicurezza Blinken ha continuato il suo discorso parlando dei progressi compiuti verso un accordo sul cessate il fuoco e ricostruendo ciò che è accaduto all’inizio del conflitto in Medio Oriente: “Il 7 ottobre Hamas ha attaccato Israele, scatenando i giorni più sanguinosi per gli ebrei dall’Olocausto – prosegue Blinken -. Hamas ha ucciso più di 1200 uomini, donne e bambini, torturando e aggredendo sessualmente molte vittime. La maggior parte delle persone coinvolte erano civili e includevano cittadini di più di 30 Paesi, di questi 46 erano americani e 7 di loro sono ancora oggi in ostaggio”.

Blinken ha infine ribadito l’importanza di un impegno futuro continuo da parte degli Stati Uniti, per fare in modo che certi eventi non possano mai più ripetersi: “Sulla scia dell’attacco il presidente Biden ha chiarito l’impegno costante degli Stati Uniti per aiutare Israele ad evitare un altro 7 ottobre, ribadendo la sua determinazione nel voler scongiurare un conflitto regionale più ampio con tutte le morti e la distruzione che ciò porterebbe. Ha preso provvedimenti immediati per evitare ulteriori aggressioni e impedire che il conflitto si estendesse, schierando due dei nostri più grandi gruppi da combattimento di portaerei, navi da guerra, un sottomarino con missili guidati da truppe e ha compiuto sforzi incessanti per garantire il rilascio degli ostaggi”.
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(ITALPRESS).

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