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Attualità

Morte di Graziano Mesina: addio alla “primula rossa” del banditismo sardo

Graziano Mesina, noto ex bandito sardo, è morto all’età di 83 anni. La sua vita è stata segnata da una lunga carriera criminale che lo ha reso una delle figure più emblematiche del banditismo in Sardegna. Mesina, infatti, è stato uno dei più celebri rapitori e fuggitivi della storia italiana, tanto da guadagnarsi il soprannome di “primula rossa”.

Nato a Orgosolo nel 1942, Mesina ha vissuto gran parte della sua vita nella clandestinità, diventando protagonista di una serie di evasioni spettacolari da numerosi istituti penitenziari. Il suo nome è stato spesso associato a episodi di violenza, rapimenti e conflitti con le forze dell’ordine, ma anche a una sorta di mito popolare che ha attirato l’attenzione dei media e del pubblico.

Nonostante la sua notorietà, gli ultimi anni di vita di Mesina sono stati segnati da gravi problemi di salute, che hanno portato alla sua scarcerazione. Dopo essere stato liberato per motivi sanitari, si è trasferito in ospedale a Milano, dove è deceduto il 12 aprile 2025, dopo alcuni giorni di agonia. La sua morte chiude un capitolo importante della storia del banditismo sardo e lascia un segno indelebile nel ricordo collettivo.

Mesina, nonostante i suoi crimini, è stato una figura controversa, ammirata da alcuni per la sua abilità nel fuggire e nel sfuggire alla giustizia, ma anche criticata per la violenza delle sue azioni. La sua vita è stata oggetto di numerosi libri, documentari e anche film, che ne hanno esaltato la figura di fuorilegge. La sua morte rappresenta la fine di un’era, quella del banditismo sardo, che per decenni ha turbato la tranquillità dell’isola.

Con la morte di Graziano Mesina, si conclude una lunga e travagliata vicenda che ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso, lasciando dietro di sé una storia di evasione, lotta e ribellione che ha segnato profondamente la cultura sarda.

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