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Economia

I tassi sui mutui in calo: lieve sollievo per i mutuatari, ma il credito resta caro

Nel mese di marzo, l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) ha segnalato una diminuzione dei tassi medi sui mutui, che sono scesi al 3,14%. Questa flessione rappresenta una boccata d’ossigeno per molti cittadini alle prese con rate mensili elevate, dopo mesi di incrementi legati alla politica monetaria restrittiva della Banca Centrale Europea.

Nonostante il calo, il costo complessivo del credito continua a rimanere su livelli significativamente più alti rispetto al periodo pre-pandemia. Prima del 2020, infatti, i tassi sui mutui si aggiravano attorno all’1,5% o anche meno, offrendo condizioni decisamente più favorevoli per chi desiderava acquistare casa.

L’attuale contesto economico, influenzato da inflazione, incertezze geopolitiche e oscillazioni dei mercati, mantiene alta l’attenzione di famiglie e operatori del settore immobiliare. Le banche, pur concedendo mutui a tassi leggermente più bassi rispetto agli scorsi mesi, adottano criteri più selettivi per l’erogazione del credito, richiedendo maggiori garanzie.

Gli analisti restano cauti sulle prospettive future. Alcuni prevedono un possibile ulteriore calo dei tassi se l’inflazione continuerà a rallentare e la BCE deciderà di allentare la sua politica monetaria. Tuttavia, al momento, la situazione resta instabile, e il margine di risparmio per i mutuatari, seppur presente, è ancora limitato.

In conclusione, il calo dei tassi rappresenta un segnale positivo, ma non ancora una vera inversione di tendenza. Per molti mutuatari, il sollievo resta parziale, e l’accesso al credito continua a rappresentare una sfida.

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